Figlio di commercianti di granaglie, Pietro Luchese e Caterina Gottardi, Andrea Luchesi nacque a Motta di Livenza il 23 maggio 1741. Fu l’ultimo di undici figli, di cui un fratello, Don Matteo pubblico precettore e organista del duomo di San Nicolò di Motta di Livenza.
Il fratello fu molto importante per Andrea. Infatti, da Don Matteo ricevette una notevole preparazione culturale e un’istruzione sulla tastiera che gli cambiò la vita.
La gioventù di Luchesi
Nel 1756 giunse a Venezia, sotto protezione di Giuseppe Morosini, per iniziare gli studi presso un’accademia di musica. Qui Andrea conosce molti altri giovani artisti come: Giuseppe Paolucci, Gioacchino Cocchi e Giacomo Giuseppe Saratelli.
Grazie al suo responsabile, Luchesi entrò in contatto con ambienti musicali del tempo dove conobbe il noto compositore Ferdinando Bertoni. Grazie a quest’ultimo si trasferì nel 1764 a San Zulian in corte dei Pignoli, luogo dove pochi anni dopo venne presentato ai Mozart come “Maestro di cemballo Signor Andrea Luchesi”. Negli anni la fama del nome Andrea Luchesi si fece sentire tra gli artisti e appassionati. A soli 20 anni fece parte della commissione che concedeva le licenze specialistiche per organisti/cembalisti, succedendo nella carica proprio al mentore Bertoni.
Nel 1765, su libretto di Giovanni Bertati, Luchesi presentò la sua prima opera buffa “L’isola della fortuna” al teatro San Manuele di Venezia. Il 27 dicembre 1778 viene chiamato a inaugurare l’Organo Grande nella Basilica di Sant’Antonio a Padova e molti altri eventi importanti per la chiesa.
Nel 1771, nel loro primo viaggio in Italia, Leopold Mozart e il figlio Wolfgang lo incontrarono durante il Carnevale e ricevettero copia di un suo concerto per cembalo, che Wolfgang preparò per un concerto nel 1778. Nel periodo trascorso a Venezia compose concerti, sinfonie, cantate, sonate, messe e altra musica sacra, e varie opere.
Gli anni d’oro
Nel 1771 Luchesi fu invitato a Bonn dal Principe elettore Arcivescovo di Colonia Maximilian Friedrich von Königsegg-Rothenfels. Non andò da solo, ma si portò appresso un violinista e un gruppo di cantanti. Grazie all’aiuto della corte di Bonn, Luchesi elevò il livello artistico della cappella, e nel 1773 presentò l’opera buffa “L’inganno scoperto, o sia il conte Caramella”, su libretto da Carlo Goldoni.
Nel 1774 Andrea Luchesi venne nominato, a seguito della morte di Ludwig van Beethoven, nonno omonimo di Beethoven Maestro di Cappella della Corte del Principe elettore del Sacro Romano Impero a Bonn. Dal 1782 al 1792 il giovane Ludwig van Beethoven fu membro della Cappella e si ritiene che la sua formazione musicale sia stata influenzata anche da Luchesi stesso. Essendo Maestro di Cappella essi determinava la scelta del repertorio sacro eseguito a corte, dirigendo molto spesso i vari artisti e giovani.
L’invasione delle truppe francesi nel 1794 pose fine all’esistenza della corte di Bonn. Andrea Luchesi, ormai anziano e con qualche difficoltà economica, dopo alcuni impieghi in altre città tra cui Passavia, dove diede la sua ultima opera buffa “L’amore e la misericordia guadagnano il gioco”, rimase a Bonn.
In questa città che segnò la sua importante carriera da compositore e organista morì nel 1801. Tutto ciò che rimaneva delle sue scritture e dei suoi archivi venne venduto dagli eredi della figlia Caterina nel 1826. Ebbe anche due figli maschi: uno incarcerato per azioni rivoluzionarie, mentre l’altro fuggì in Inghilterra e non si ebbero più notizie.